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Castagno Della Nave

Castagno Della Nave

Ho sempre amato gli alberi: mi sembra che affondino le loro radici nel cuore della terra, che siano i nostri fratelli maggiori, che conservino la saggezza dei nonni e la purezza dei bambini. Ma in pochi casi ho provato un’emozione forte come quando, quasi per caso, passeggiando in un assolato angolo di Sicilia, mi sono imbattuto nel Castagno Della Nave.

 

C’erano una volta sette fratelli

Passeggiavo lungo una strada di Mescali, tranquillo comune in provincia di Catania, all’interno del Parco regionale dell’Etna.

Mascali

Mascali

Ero venuto in Sicilia per una vacanza, ed ero giunto nel comune di Sant’Alfio alla ricerca di un albero, anche se non si trattava del Castagno Della Nave, ma di un suo simile: a dirla tutta, proprio di un suo fratello.

Narra una delle tante leggende della magica terra di Trinacria che un tempo sull’isola si trovassero sette castagni, fratelli tra di loro; il tempo ne ha conservati in vita solo tre, e il più imponente e il più vecchio è il cosiddetto Castagno della Regina, o dei Cento cavalli, che si trova appunto a Sant’Alfio, cittadina che l’ha voluto anche inserire nel suo stemma comunale.

Si tratta di una pianta superba, che dal Corpo Forestale dello Stato è stato definito di eccezionale valore storico e monumentale. Questo albero ha ben quattromila anni ed è costituito da tre fusti che nel complesso misurano 22 metri di diametro e 22 metri di altezza.

Secondo le storie che si narrano, il suo nome deriva dal fatto che la sua chioma offrì rifugio ed ospitalità ad una famosa regina e a tutto il suo seguito. La sovrana trascorse la notte e dilettarsi con alcuni dei suoi cavalieri, che fece suoi amanti.

 

Il Castagno Della Nave: Il fratello meno conosciuto

Soddisfatta la mia curiosità, trascorso del tempo sotto l’ombra antica del Castagno della Regina, ho proseguito il mio viaggio in Sicilia. Non molto distante si trova Mescali, ad appena 400 metri da Sant’Alfio, e qui, in uno spazio privato, si erge il fratello meno noto del Castagno dei Cento Cavalli.

Dalla strada lo si può vedere benissimo, perché arriva a 19 metri di altezza, e il suo fusto misura un diametro complessivo di ben 20 metri. Lo chiamano Castagno Della Nave perché la forma curiosa che il suo tronco ha preso, deformandosi ed ampliandosi nel corso dei secoli, oggi lo fa assomigliare alla prua di una nave, forse di una delle tante imbarcazioni che i marinai siciliani hanno varato per affrontare le tempeste e i pericoli del mare aperto.

Anche il Castagno Della Nave è stato inserito nel censimento del Corpo Forestale dello Stato, e vanta un’anzianità di ben 1800 anni, forse 2000. Con tutta probabilità, lui era già lì quando l’Impero Romano imponeva il suo dominio ai popoli del Mediterraneo, e quando ebbe origine la religione cristiana.

Quante storie potrebbe raccontare! Ma in effetti, avvicinandosi allo stormire delle sue foglie, pare proprio di sentirlo cantare le favole belle che nascono, quasi per magia, dal suolo di Sicilia.

Il Castagno della nave ha un altro nome che gli è stato attribuito dalla popolazione locale, un termine dialettale che è Arrusbigghiasonnu.

Qual è l’origine della curiosa denominazione? Le ipotesi più accreditate sono due. La prima, è che in passato i carrettieri, quando scendevano dalle pendici del monte Etna, assonnati e stanchi dopo una dura giornata di lavoro, andavano a sbattere contro i rami più bassi dell’albero, e così venivano destati dal loro torpore.

Un’altra ipotesi, facile da confermare in una bella giornata di sole, è che i rami di questo castagno ospitavano intere colonie di volatili, che con il loro canto svegliavano chiunque vivesse nelle vicinanze.

Quello che è certo è che trovarsi al cospetto di questo gigante della Terra provoca un’emozione non facilmente spiegabile a chi non l’abbia vissuta sulla propria pelle. Il suo tronco rugoso, le innumerevoli foglie, la sua imponente statura non provocano timore, ma rispetto; non provocano senso di inadeguatezza, ma vicinanza profonda.

Questo angolo di Sicilia non cessa mai stupire. A poca distanza dai due castagni pluricentenari si trova anche un altro albero antichissimo. Si può visitare recandosi nel territorio di Zafferana Etnea, sul versante orientale del vulcano.

In questo caso non si tratta di un castagno, ma di un leccio che è chiamato Ilice du Carrinu, dal nome del vecchio proprietario del terreno su cui sorge (Carlino), o ilice du pantano, ilice del pantano. Ha 700 anni e si erge per 20 metri di altezza.

Il Castagno della Regina, l’Ilice du Carrinu e il Castagno Della Nave sono lì a tramandare il loro messaggio di pace a chiunque voglia trascorrere un po’ di tempo in loro compagnia.

 

Photo credit: Castagno della Nave => EtnaNatura.it

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